I principi della riflessologia plantare

16 Settembre 2024

Il piede è formato da 26 ossa, 107 legamenti e 19 muscoli, hanno ben 7200 terminazioni nervose. Puoi vedere nella foto la rappresentazione degli organi su ciascun piede in modo molto logico dalle dita al tallone. Per ciascun organo chiameremo la sua posizione sull'arco del piede “zona riflessa”.

Il punto di partenza dei riflessi nervosi del piede è legato ai nostri diversi organi. I piedi sono la sede del sistema circolatorio e vascolare, stimolarli permette un migliore ritorno venoso al cuore. Se la circolazione sanguigna nel corpo è ottimale, gli organi vengono irrigati e ossigenati meglio.

Questa stimolazione è stabilita da tocchi localizzati o pressioni chiamate reptazione. Si tratta di piccole stimolazioni ravvicinate, talvolta effettuate con il pollice o l'indice, che producono un movimento ondulatorio sulla zona maculata. Tutta l'arte sta infatti nella natura del movimento che trasmette gli impulsi alle zone riflesse, le quali a loro volta inviano un impulso nervoso al midollo spinale, ripercuotendosi attraverso questo sull'organo corrispondente.

Durante una seduta di riflessologia plantare, il corpo reagisce alla pressione specifica e adattata delle dita. Il corpo sa produrre i propri antidolorifici, chiamati “endorfine”, che sono molto più potenti della morfina. Stimolato così il sistema nervoso, si verificano cambiamenti chimici in tutto il corpo, la cui prima reazione è spesso il rilassamento, poi una riduzione della sofferenza fisica causata dalla malattia.

Questo approccio è un metodo olistico perché agisce sulla persona in modo tale da raggiungere la sua integrità fisica, psicologica ed emotiva.

Non è sul sintomo che interviene il riflessologo, bensì per indurre uno stato di omeostasi e di sufficiente rilassamento necessario a ogni benessere.

Corpo ed emozioni

Non siamo solo un corpo fisico, siamo costituiti anche dall'energia dei pensieri e delle emozioni. Niente di ciò che viene sperimentato a livello fisico può essere dissociato al livello mentale ed emotivo.

Ad esempio, il semplice fatto di avere un raffreddore potrebbe suggerire che non possiamo fare nulla al riguardo. Ci è sempre stato insegnato, come si suol dire, che il raffreddore si può “prendere”. Ma se prestiamo un po’ di attenzione a ciò che stiamo vivendo in questo momento della nostra vita, possiamo chiederci:

Sto bene con me stesso?

Mi sento stanco?

Sono preoccupato in qualche area della mia vita?

Spesso non siamo consapevoli dell'influenza dei nostri pensieri sui nostri organi e delle emozioni che generano. Tuttavia, questa influenza è molto reale.

Prendiamo l’esempio della persona con il raffreddore. Se si interrogasse sul fatto che il suo corpo non è in grado di far fronte a questa malattia, forse si sorprenderebbe nel realizzare che c'è qualcosa dentro di lei che non è più in accordo né con il suo modo di pensare, né con il suo modo di mangiare, né con il suo modo di pensare. nel suo modo di fare... che possa essersi staccata dal suo essere più profondo, dai suoi veri bisogni.

Oggi non c’è più bisogno di dimostrare il legame tra le nostre emozioni e il nostro corpo. Tutto ciò che sperimentiamo, qualunque sia l'ambito della nostra vita, ha una conseguenza sui nostri pensieri, sulle nostre azioni e sulla reazione fisiologica del nostro corpo, e questo attraverso i nostri sentimenti.

Quando sviluppiamo una malattia, o viviamo un incidente, se osserviamo un po’ ciò con cui nella nostra vita è difficile convivere, se una situazione ci pesa, tormenta i nostri pensieri, ci disturba... Otteniamo molto rapidamente delle risposte che corrispondono all'organo o alla parte del corpo interessata e alle nostre emozioni vissute.

Se già, il semplice raffreddore ci indica uno stato di stanchezza, ci mostra che non ci rispettiamo nel nostro ritmo di vita, nel nostro sonno o nella nostra dieta, che dire poi dei sentimenti negativi verso noi stessi o verso un'altra persona sepolti nel nostro subconscio a volte per anni…

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